Tutti i bambini nascono con il dotto di Botallo pervio: si tratta di un dotto arterioso che durante la vita fetale mette in comunicazione l’arteria polmonare e l’aorta. La pervietà del dotto costituisce uno dei tre shunts attraverso i quali si realizza la particolare circolazione in utero (v. Il cuore e la circolazione prima della nascita), dove è la placenta a provvedere all’ossigenazione del sangue e non i polmoni, ai quali giunge una modesta quantità di sangue. Alla nascita, nel momento in cui per i polmoni ha inizio la funzione respiratoria ed intervengono cambiamenti ormonali legati anche all’eliminazione della placenta (scomparsa delle prostaglandine, di cui la placenta è la maggiore produttrice), il dotto di Botallo tende a chiudersi spontaneamente nell’arco di 24-48 ore: si può anche verificare che la chiusura avvenga successivamente nel corso dell’infanzia, generalmente entro il primo anno di vita. Trascorso questo tempo, il dotto ancora pervio (nel 6-8% dei casi) potrà essere chiuso esclusivamente con una correzione chirurgica. In caso di mancata chiusura spontanea del dotto, ha luogo uno shunt sinistro-destro con un passaggio di sangue dall’aorta (dove la pressione è maggiore) in arteria polmonare: dal punto di vista emodinamico questo comporta un sovraccarico di lavoro per il cuore, in particolare del ventricolo sinistro, con un aumento della pressione in arteria polmonare. Il DAP si può presentare come malformazione isolata od associata a cardiopatie congenite complesse, come la sindrome del cuore sinistro ipoplasico, la trasposizione delle grandi arterie, la coartazione dell’aorta e l’atresia polmonare.

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